21/11/2020 - Ho avuto un incubo. Mi è parso un mondo distopico dove una élite finanziaria globale aveva il controllo totale dell'economia e della politica. La stragrande maggioranza degli esseri umani, privati di ogni avere, percepiva un reddito sufficiente a consentirgli la sussistenza e qualche sfizio consumistico presso i colossi produttivi della élite. Ogni transazione economica era elettronica. L'istruzione pubblica era stata resa sempre più fiacca attraverso una rimodulazione della scuola. Le università dei ricchi erano precluse ai più per censo. La maggior parte dei giovani veniva indotta alla dissolutezza e la cultura era considerata inutile alla affermazione sociale. Per i pochi ancora energici e vogliosi di riscattarsi l'unica via percorribile era la spettacolarizzazione mediatica (sui canali della élite, si intende). Fioccavano aspiranti e sempre più improbabili cantanti, ballerini, saltimbanchi, maghi, giocolieri. L'arte aveva smesso di essere ricerca espressiva di intuiti elevati per divenire mero intrattenimento. Il concetto di vita era divenuto sempre più aleatorio e quasi coincidente alla esistenza biologica. L'abulia era il sentimento imperante, l'iniziativa privata pareva un miraggio ed il lavoro, su chiamata del governo, era visto come il mezzo per non perdere il reddito. La sanità pubblica era appena sufficiente od anche insufficiente, i tempi d'attesa per ottenere delle cure sempre più lunghi e la qualità sempre più bassa. Poi c'erano le strutture di cura per i ricchi, dove le cure somministrate acquisivano note mitologiche per la loro inaccessibilità. Pochi individui riuscivano ancora ad immaginare la ribellione, ma venivano sistematicamente derisi dai pari e silenziati dal sistema. Il concetto stesso di sodalizio, di alleanza contro un nemico comune era impedito da un timore sempre più pervasivo, che era il timore dell'altro. Il proprio simile aveva compiuto il balzo concettuale da possibile alleato a probabile minaccia. Gli uomini si tenevano sempre a distanza e la vicinanza fisica provocava ansia. L'empatia, che aveva permesso a quella specie di opporsi alle fiere ed alle avversità naturali, ora era scomparsa e non ci si guardava neanche in viso. In più la legge proibiva le adunanze, considerate barbare e pericolose. In realtà la legge regolamentava tante altre cose, come gli spostamenti, le visite a parenti ed amici, le feste private, l'accesso ai luoghi di ricreazione, lo sport. La religione era permessa, quella si, ma solo in privato. Il culto più diffuso era una sorta di immanentismo naturalista che venerava Gea. I ministri di questo culto, in una forma di neo-sciamanesimo tecno-scientifico, dialogando con l'elite descrivevano il presente e prospettavano il futuro. Poi mi sono svegliato. Ho tirato un sospiro di sollievo ed ho pensato: "andrà tutto bene!"
Dal web.
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