È lo strumento dato per stabilire un ordine o per cogliere una regolarità già esistente ma ancora ignota, vale a dire una certa disposizione.
È certamente l'elemento ordinatore più primitivo dello spirito umano
Che il numero possegga un fondamento archetipico non è solo una mia (Jung) supposizione ma anche un'idea condivisa da certi matematici".
I numeri sono gli archetipi più primitivi esistenti, rappresentano la matrice degli archetipi.
Attraverso una raccolta delle loro proprietà "biologiche" si potrebbero comprendere al meglio questi fondamenti della fisica e della psiche oggettiva.
Il numero è, per così dire, al di qua dello psichico, elemento primordiale di ciò che Jung designa come spirito, cioè principio dinamico d'ordine.
Come archetipo il numero diviene perciò un fattore non solo psichico, bensì un generale creatore del mondo;in altri termini, i numeri rinviano a uno sfondo della realtà, in cui psiche e materia non sono più distinguibili.
La cosiddetta serie di numeri di Fibonacci concorda con le leggi della crescita delle piante e anche da ciò che Eugene Wigner ha definito "l'irrazionale effettività della matematica nelle scienze naturali".
Ordine identico si trova alla base sia della materia vivente, sia della psiche umana, "ergo una proprietà generale della materia (o dell'energia)", e in conseguenza di ciò anche di tutti i corpi mobili, compreso il "movimento psichico".
I numeri sembrano formare un autentico ponte tra il regolare coordinamento acausale e i fenomeni sincronistici irregolari.
Nell'antica Cina il numero era qualcosa di puramente qualitativo, di indissolubilmente connesso con il tempo; designava, attraverso il momento temporale, un "insieme" colorato, ponendosi quindi come simbolo di alcune configurazioni ritmico-temporali.
L'ordine mimetico di I Ching concorda esattamente con quello del DNA e dell'RNA.
Il "messaggero d'informazione", scoperto dalla chimica biologica occidentale, era già noto da tempo ai cinesi come ordine numerico fondamentale di situazioni psicofisiche tipiche.
Tratto da "Psiche e materia" di Marie Louise von Franz
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