Molti individui mi ricordano alcuni bigotti benpensanti che vanno in chiesa tutti i giorni senza aver sfogliato nemmeno una pagina del Vangelo…
Individui che vivono nel loro piccolo orticello di certezze e che quando vedono qualcosa che va oltre quello – per esempio, il mondo intero (non parliamo poi dell’Universo) – si infastidiscono e schiamazzano puerilmente per la sconfinata mole di terre sconosciute ai loro occhi.
Si arrabbiano perché avvertono la mancanza di sicurezza, quell’immaturo senso di protezione che il loro piccolo orticello gli dava. Sicurezza fasulla, visto che il mondo è enorme rispetto a quel minuscolo orticello di certezze.
Per cui, si alterano quando avvertono la propria sicurezza in pericolo, quando le loro idee sono messe a repentaglio da un punto di vista diverso dal loro, e per questo motivo, l’individuo che hanno davanti e che gli dà l’immagine dell’incertezza (che avvertono in sé), diventa automaticamente un nemico, un ostacolo, un cattivone da respingere.
In pratica – proprio perché non sanno specchiarsi, cioè riflettere e riflettersi nel mondo, ma solo nel loro orticello – non sanno che ciò che vedono è un semplice riflesso di qualcosa di molto più grande e profondo, talmente immenso che genera in loro ansia, panico e paura… la paura dell’ignoto… la paura che il loro mondo finisca là dove finisce il loro orticello… la paura che mettendo un piede al li là della loro soglia immaginaria, ci siano dei pericolosi alligatori… la paura di saltare lo steccato, uscire dal seminato e camminare in quei campi che non sono battuti dai loro vecchi sentieri a cui erano tanto attaccati.. paura di uscire da quei solchi in cui si sono radicalmente ammuffiti…
E’ così che vive la maggioranza di noi (anche se ovviamente farà di tutto per negarlo).
Articolo di Zewale Rovesta
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