Ma quando il potere ha interesse a impiantare alcune determinate idee, anche se fossero palesemente in contrasto con il benessere delle persone, sappiamo che non è tanto difficile da realizzare.
Catherine
Joseph P. Overton (1960-2003) ha elaborato un modello di rappresentazione delle possibilità di cambiamenti nell’opinione pubblica, descrivendo come delle idee, totalmente respinte al loro apparire, possano essere poi accettate pienamente dalla società, per diventare infine legge.
La cosa più inquietante è che queste idee nascono spesso da un piccolo gruppo e a vantaggio solo di pochi, con danni per tutti gli altri.
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Secondo Overton, qualsiasi idea, anche la più incredibile, per potersi sviluppare nella società ha una finestra di opportunità. In questa finestra l’idea può essere ampiamente discussa, e si può apertamente tentare di modificare la legge in suo favore.
L’apparire di questa idea, in quel che potremmo chiamare la “finestra di Overton”, permette il passaggio dallo stadio di “impensabile” a quello di un pubblico dibattito, prima dalla sua adozione da parte della coscienza di massa e il suo inserimento nella legge...
Non si tratta di lavaggio del cervello puro e semplice, ma di tecniche più sottili, efficaci e coerenti, si tratta di portare il dibattito fino al cuore della società, per fare sì che il cittadino comune si appropri di una certa idea e la faccia sua. All’inizio è talvolta sufficiente che un personaggio pubblico o politico la promuova in modo caricaturale ed estremo, e che poi il resto della classe pubblica e politica smentisca con grande foga. Ecco, l’idea è nata, e la danza dei furbetti può cominciare. Il soggetto è lanciato, e si può discuterne per il bene di tutti e sgombrare il campo dagli equivoci!
Secondo questa teoria, una finestra è l’intervallo di idee che possono essere accettate dalla società in un determinato momento e che vengono apertamente manifestate dai politici senza che questi ultimi passino per estremisti. Le idee evolvono secondo i seguenti stadi:
- inconcepibile (inaccettabile, vietato)
- radicale (vietato, ma con delle riserve)
- accettabile (l’opinione pubblica sta cambiando)
- utile (ragionevole, razionale)
- popolare (socialmente accettabile)
- legalizzazione (nella politica dello Stato)
L’uso della finestra Overton è il fondamento della tecnologia di manipolazione della coscienza pubblica finalizzata all’accettazione da parte della società di idee che le erano precedentemente estranee e consente l’eliminazione dei tabù. L’essenza di questo metodo sta nel fatto che l’auspicato mutamento di opinione deve perseguirsi attraverso varie fasi, ciascuna delle quali sposta la percezione ad uno stadio nuovo dello standard ammesso fino a spingerlo al limite estremo. Ciò comporta uno spostamento della stessa finestra, ed un dibattito polemico ben governato permette di raggiungere la fase ulteriore all’interno della finestra.
Il famoso regista russo Nikita Michalkov – noto in Italia soprattutto per il film “Oci
Ciornie” che valse a Mastroianni il premio al Festival di Cannes del 1987 – in una
puntata del suo video blog Besogon.tv ha provocatoriamente proposto lo schema di
questo processo applicandolo a un qualcosa che è attualmente impensabile: il
cannibalismo.
Fase 1 (unthinkable): il cannibalismo è inaccettabile. Non se ne parla e non si
ammette in nessun caso.
Fase 2 (Radical): Si comincia a far circolare l’idea che la proibizione del cannibalismo
sia un “tabù”. Se ne discute in circoli ristretti dove “scienziati (antropologi, psicologi,)
Fase 3 (Acceptable): Si comincia a parlare del fenomeno nei media, giornali e televisione, maoperando dei “distinguo”. (A questo punto il tabù è già infranto). Si coniano nuovi vocaboli meno urtanti che rendano meno indigesto il concetto: non si parlerà più di cannibalismo o antropofagia ma di “antropofilia”. Si metteranno in evidenza precedenti storici.
Fase 4 (Sensible): qualche studioso lancerà l’ipotesi che il desiderio di mangiare carne eccezionali, come carestie, il nutrirsi di carne umana non sia solo legittimo ma corretto. Si inizierà a dialogare su quali siano le circostanze eccezionali nelle quale sia accettabile nutrirsi di carne umana.
Fase 5 (Popular): l’argomento diventa oggetto di talk show, compare nel cinema, negli spot pubblicitari. A fronte degli “antropofili” si creerà la categoria degli antropofobi. Qualche personaggio famoso farà “coming out”. Il tema conquisterà le prime pagine, se ne discuterà pubblicamente. L’origine dell’“antropofilia” essendo ignota non potrà essere considerata una colpa. Il dibattito acquisterà una dimensione politica.
Fase 6 (Policy): sorgono gruppi di pressione che promuovono il cannibalismo con lo slogan: “non si deve vietare l’antropofilia”. Il cibarsi di carne umana viene “depenalizzato”. Coloro che si oppongono vengono socialmente stigmatizzati accusandoli di “fobia”, di “intolleranza”, di “arretratezza culturale” Nelle scuole si comincia ad insegnare che accanto ai vegetariani, ai vegani, agli onnivori, ci sono, a pieno titolo, anche gli antropofili. Il processo è concluso, l’idea da inaccettabile è entrata nel pensare comune. Il “cannibalismo” è un caso ipotetico, ma guardiamoci intorno e facciamo un’esercitazione.
Dei gruppi di riflessione producono e diffondono opinioni all’esterno della Finestra Overton, per rendere la società più ricettiva verso l’idea in corso. Quando un gruppo di riflessione vuole imporre una idea considerata inaccettabile dall’opinione pubblica, utilizza la Finestra per tappe. Prendiamo ad esempio l’evoluzione del pensiero unico omosessualista: la teoria del gender. Lo spostamento della Finestra Overton in direzione di un cambiamento dell’atteggiamento verso le persone LGBT e le loro tesi può passare per i seguenti stadi:
Stadio 0 : in questo stadio il problema è inaccettabile, non è discusso nella stampa e non è ammesso dalla gente,
Stadio 1 : il tema evolve da “assolutamente inaccettabile” a “vietato ma con delle riserve”. Si afferma che non bisogna avere alcun tabù, il tema comincia ad essere discusso in piccole conferenze durante le quali degli stimati economisti, psicoanalisti e altri tecnici addentro al problema, fanno delle dichiarazioni di carattere “scientifico”. Il soggetto cessa di essere tabù e viene introdotto nello spazio mediatico. Risultato: il soggetto inaccettabile è messo in circolo, il tabù è desacralizzato, il problema non suscita più la medesima reazione, che comincia ad articolarsi in diversi gradi.
Stadio 2 : il tema del gender passa dallo stadio del radicale (vietato, ma con delle riserve) allo stadio di accettabile. Continuano ad essere citati economisti e sociologi e vengono create espressioni eleganti: non si parla più di emarginazione sociale propriamente detta ma, diciamo, di una realtà obiettiva nella quale sempre più persone LGBT hanno difficoltà a sopravvivere degnamente e che bisogna tentarle tutte pur di dare a tutti l’opportunità di vivere come pare a loro. L’obiettivo è di disconnettere il significato della parola dal suo contenuto nella coscienza sociale. Nel frattempo, reportage televisivi cominciano a mostrare che le “innaturalità” della teoria del gender non sono mai state realmente dimostrate.
Stadio 3 : La Finestra Overton si sposta, trasferendo il tema dall’ambito dell’accettabile a quello del ragionevole/razionale, ciò che deriva dalla “necessità economica”. Si afferma che l’omosessualità è un fatto naturale. Non bisogna nascondere l’informazione che ognuno è libero di essere ciò che vuole e quando vuole..
Stadio 4 : da utile a popolare (socialmente accettabile). La discussione non verte solo sull’esempio di personaggi storici o mitici, ma anche ponendo l’accento sulla durezza dei tempi in cui gli omosessuali erano ghettizzati, malmenati ed emarginati. La teoria del gender comincia a essere ampiamente discussa nei programmi di informazione, nei dibattiti televisivi, nei film, nelle canzoni e nei clip. Per rendere il tema popolare, si cita spesso ad esempio un personaggio storico celebre che a suo tempo era stato costretto all’emarginazione, prima di diventare una persona importante.
Stadio 5 : da socialmente accettabile alla legalizzazione. Il soggetto è oramai lanciato, viene automaticamente riprodotto nei media e negli show-biz, e raccoglie consensi politici. Giunti a questa tappa, “l’umanizzazione” dei fautori della teoria del gender viene utilizzata per giustificarne la legalizzazione. Possiamo davvero noi giudicare ciò che è bene per ciascun individuo? Anche se tutto questo può sembrare a qualcuno “amorale”, è necessario, perché una società funzioni, che ognuno trovi il posto che più gli è congeniale.
Stadio 6 : da tema popolare, la teoria gender e tutte le rivendicazioni LGBT diventano legali. Si crea una base normativa, compaiono delle lobbies, vengono pubblicati degli studi che sostengono il tema della legalizzazione. Un nuovo dogma appare: “per una società più equa è necessario che le persone LGBT abbiano gli stessi diritti alla famiglia o alla procreazione degli eterosessuali”. La legge è approvata, il gender diventa luogo comune nelle scuole e nei giardini di infanzia e la nuova generazione non riesce a capacitarsi di come si sia potuto pensarla in modo diverso.
Molte altre idee contemporanee sembravano assolutamente inconcepibili solo qualche decina di anni fa e sono poi diventate accettabili per la legge e agli occhi della società: aborto, immigrazioni massive, droghe “leggere”, eutanasia, pedofilia, incesto, poliamore . Non credete che questa evoluzione abbia seguito lo scenario sopra descritto? Credete davvero che queste “riforme” si siano ispirate al bene comune o non piuttosto che siano state adottate nell’interesse di qualcuno?
Tratto da: www.cristianiperlanazione.it
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